Abstracts della rivista
L’umorismo antiborghese e le ossessioni della stampa fascista di Thomas Buzzegoli pubblicato su Italia Contemporanea n. 239-240 , giugno-settembre 2005
Il saggio ricostruisce, attraverso l’analisi dei quotidiani e dei periodici che facevano riferimento al Partito nazionale fascista, un aspetto specifico della campagna antiborghese impostata dal regime nell’ultimo scorcio degli anni trenta. La storiografia ha spesso correlato la campagna antiborghese del 1938-1939 alla ripresa delle tematiche sociali del primo fascismo, espresse dal cosiddetto fascismo di sinistra, dal sindacalismo fascista o dagli universitari fascisti, trascurando la questione centrale della polemica: la riforma morale e del costume del popolo italiano, all’interno della quale si inseriva con forza la tematica razzista-antisemita. Oggetto del saggio è l’esame degli articoli dal tono umoristico, presenti in modo trasversale sulla stampa di partito, nei quali si evidenziava l’anacronismo dei comportamenti e l’insufficienza morale dei soggetti affetti da spirito borghese, definendo la loro estraneità rispetto alla comunità dei fascisti. Negli articoli sono ben percepibili le tematiche classiche dell’antiborghesismo fascista, su cui si innestano però nuove argomentazioni polemiche e in primo luogo quelle razziste-antisemite, tanto che il termine borghese tende a divenire sinonimo di ebreo. La scelta di utilizzare gli strumenti della satira corrispondeva a una precisa impostazione della campagna da parte del partito, e l’umorismo diventava un mezzo per irridere la morale e il costume borghese, in contrapposizione al quale si definiva l’italiano fascista. Questi pezzi umoristici, che pure non costituivano gli strumenti primari a disposizione del regime per intraprendere la riforma morale e del costume degli italiani, ben evidenziano tuttavia i limiti, le contraddizioni e il carattere inquietante della campagna antiborghese.