Abstracts della rivista
Nazionale e internazionale nell’Italia del dopoguerra. 1943-1950 di Roberto Gualtieri pubblicato su Italia Contemporanea n. 216 , settembre 1999
Tracciando un bilancio di nuove acquisizioni documentarie e di alcuni studi più recenti sul periodo 1943-1950, il saggio propone una periodizzazione e una interpretazione del processo di ‘rifondazione’ della nazione italiana incentrato sul nesso nazionale-internazionale. Per quanto riguarda il ruolo del Pci, i nuovi documenti sembrano assegnare al legame con l’Urss una funzione importante di sostegno alla linea nazionale e moderata seguita da Togliatti (che fu alla base del successo del partito), anche se con l’esplodere della guerra fredda le ambizioni egemoniche del disegno togliattiano vennero inevitabilmente ridimensionate e il Pci fu stabilmente confinato all’opposizione. Per quanto riguarda la Dc, si analizza il ruolo decisivo svolto dal piano Marshall e dai vincoli internazionali ad esso connessi nel consentire la realizzazione del disegno di sviluppo centrista. Paradossalmente, solo l’abbandono nel 1949 della linea nazionalistica, seguita dall’Italia sul triplice piano della politica estera, della politica commerciale e valutaria e su quello della gestione dell’Erp, rese possibile il successo di un ambizioso programma di industrializzazione di tipo neomercantilista, che era osteggiato da gran parte del mondo industriale ma che allo stesso tempo si fondava sui bassi salari e sull’esclusione della sinistra dal governo. Proprio per questo, la peculiare combinazione tra nazionale e internazionale realizzata dalla Dc non stabilizzò solo il fragile blocco centrista ma anche il fronte avversario, sancendo il ruolo egemone del Pci nella sinistra italiana, rendendo permanente la frattura del 1947 e privando il sistema politico delle risorse riformistiche e della legittimazione con cui affrontare la stagione degli anni sessanta.