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"Antifascismo" e identità della Repubblica democratica tedesca di Martin Sabrow pubblicato su Italia Contemporanea n. 230 , marzo 2003

Dopo la fine della seconda guerra mondiale entrambi gli stati tedeschi succeduti al Terzo Reich furono costretti a fare i conti con un passato terribile, emerso dal profondo della società. La Germania dell’Ovest reagì con una cultura della rimozione, che può essere denominata vittimizzazione. La Germania dell’Est reagì con un culto ufficiale dell’eroismo, che allontanò l’attenzione dalla persecuzione degli ebrei e dall’Olocausto, come anche dal consenso per il regime di Hitler. Il discorso che permise di realizzare questa strategia fu l’ideologia dell’"antifascismo". L’"antifascismo" nella Repubblica democratica tedesca si apre dal punto di vista semantico a due differenti livelli di significato. Il termine significa, in senso stretto, "in relazione con nazionalsocialismo e resistenza", e in seconda istanza si riferisce, in un contesto più ampio, a un’intima relazione tra antifascismo e comunismo da una parte e tra capitalismo e imperialismo dall’altra. Il suo ruolo nella Rdt dipendeva da questa ambiguità e può essere descritto come: 1. una categoria centrale della legittimazione della Rdt, per compensare la perdita dell’identità nazionale; 2. uno strumento politico a favore delle politiche di espropriazione e della costruzione di una nuova società socialista; 3. un modello di "discorso dominante" sul passato, che non poteva essere messo in questione e che è stato responsabile di una grande quantità di lacune nel rapporto ufficiale con il passato. Ma queste caratteristiche non spiegano perché il concetto ufficiale di "antifascismo" sia stato accettato da una supposta maggioranza della popolazione della Germania dell’Est, perché l’antifascismo "prescritto" sia potuto apparire, in innumerevoli contatti sociali, come un "antifascismo vissuto", come Christa Wolf ha ricordato dopo la fine della Rdt. In questo articolo l’autore discute di alcune ragioni alla base del consenso sociale che ebbe il concetto di "antifascismo" stabilito dittatorialmente nella Rdt.


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