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La ricezione di Nolte in Italia di Pier Paolo Poggio pubblicato su Italia Contemporanea n. 212 , settembre 1998

La ricezione italiana dell’opera di Nolte presenta aspetti di notevole interesse per lo studio della revisione radicale del giudizio storico sul fascismo e il nazismo. Sino allo Historikerstreit la sua presenza nella cultura italiana, non solo in ambito storiografico, è moto limitata, le sue posizioni e interpretazioni vengono sottoposte a dure critiche in ambito specialistico. In pratica Nolte ha in Italia un unico interlocutore, sia pure di rilievo, nel filosofo cattolico Augusto Del Noce. La situazione cambia profondamente dalla seconda metà degli anni ottanta, allorché Nolte incontra un crescente successo e diventa un beniamino della stampa quotidiana e periodica come in nessun altro paese al mondo. In campo storiografico permangono diffidenze e posizioni critiche, dovute anche al radicalismo di alcune affermazioni di Nolte in materia di antisemitismo e sullo stermino degli ebrei. Lo stesso Renzo De Felice e la sua scuola mantengono forti distinzioni rispetto all’interpretazione noltiana delle ideologie contemporanee. Nondimeno, grazie in primo luogo all’interdipendenza tra comunismo e nazismo, gulag e Auschwitz, provocatoriamente proposta da Nolte, egli diventa un punto di riferimento obbligato nella riscrittura della storia del novecento, nella costruzione del revisionismo storico come impresa politico-ideologica direttamente gestita dai media.Queste tematiche generali costituiscono lo sfondo di un’analisi che cerca di ricostruire, in modo dettagliato, i percorsi della ricezione di Nolte in Italia, attraverso l’esame dei principali e più significativi contributi dedicati alla storiografia filosofica dello studioso tedesco.


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