Abstracts della rivista
Riflessioni su storiografia e romanzo in prospettiva novecentesca di Massimo Legnani pubblicato su Italia Contemporanea n. 213 , dicembre 1998
La discussione che si è sviluppata sul revival della storia narrativa può scuotere la reciproca indifferenza tra storiografia e romanzo, instauratasi in seguito a processi interpretati come divergenti, iniziati con l’eclissi del romanzo di ascendenza ottocentesca e l’affermarsi della storiografia come analisi delle strutture del passato? Per rispondere alla domanda l’autore analizza il dibattito, maturato tra gli storici dagli anni cinquanta, su storiografia e romanzo (e in particolare sul rapporto tra storia narrativa e romanzo, sulle implicazioni teoriche del ricorso al romanzo come fonte per la storia o sul romanzo come unica storia possibile), in seguito all’esaurirsi di esperienze come quelle delle “Annales” e della storiografia marxista, da cui emerge, a suo avviso, la palese riluttanza a misurarsi con la costruzione romanzesca nella sua interezza. Egli passa perciò sinteticamente in rassegna alcune delle principali riflessioni dei teorici del romanzo a partire dagli anni venti e trenta per concludere che le evoluzioni del genere sono leggibili solo all’interno di un percorso di storia della cultura in cui vengano connesse alla caduta di fede nella scientificità e nell’efficacia politica della letteratura. Una sfiducia che è anche alla base del più recente accentuarsi, nella storiografia, dell’impianto narrativo, visto come adesione alla supposta singolarità e dunque irripetibilità di ogni accadimento storico. La categoria della dicotomia tra tempo esterno e tempo interno, pur essendo un buon punto di partenza, è dunque troppo rozza per guidare alla comprensione della rottura nei rapporti tra le due aree e perciò a un suo possibile superamento. Gli storici dovrebbero perciò reimpostare il problema e, avvalendosi dei contributi provenienti da altri studiosi (teorici della letteratura, filosofi, linguisti), porsi il quesito “di che cosa fabbrichi lo storico quando diventa scrittore”. (p.r.)