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Il Centro nazionale italiano e la Santa sede. Profili e progetti del clerico-fascismo in Italia 1922-1929 di Matteo Baragli pubblicato su Italia Contemporanea n. 263 , giugno 2011

L’articolo analizza la vita e l’ideologia del Centro nazionale italiano, la formazione politica più rappresentativa del clerico-fascismo italiano fondata nel 1924 da cattolici conservatori e filofascisti espulsi dal Partito popolare italiano. Il Cni garantì il suo pieno sostegno politico al fascismo, traendone ragione dal legame indissolubile e provvidenziale esistente, a suo avviso, fra cattolicesimo e nazione italiana. Un legame che la politica religiosa del fascismo avvalorava, restituendo alla fede cattolica il rilievo pubblico che il liberalismo le aveva sottratto. Il Vaticano vide con iniziale benevolenza l’attività del Cni, ma poi incominciò a diffidarne per l’eccessivo filofascismo e per l’autonomia con cui esso si muoveva rispetto alla Santa sede. I sospetti si accrebbero a seguito delle frizioni con l’Azione cattolica e della condanna dell’Action française. Nel 1928 Pio XI condannò duramente il Cni, segnando la fine di questo progetto clerico-fascista, mentre l’accordo fra regime e istanze cattoliche avrebbe seguito la via del Concordato del 1929.

L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Il Centro nazionale italiano e la Santa sede Profili e progetti del clerico-fascismo in Italia 1922-1929


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