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Note sul campo per prigionieri di guerra n. 57 di Grupignano 1941-1943 di Massimiliano Tenconi pubblicato su Italia Contemporanea n. 266 , marzo 2012
Nel corso della seconda guerra mondiale sull’intero territorio italiano crebbe il numero dei campi di concentramento per i prigionieri catturati durante le operazioni belliche sui vari fronti. Da circa 60, con 26.000 prigionieri, nella primavera del 1942, essi diventarono 72 (molti dei quali articolatisi nel frattempo in svariati sottocampi di lavoro), con poco meno di 80.000 prigionieri, alla vigilia dell’armistizio. Se la storiografia ha alquanto trascurato il tema generale dei prigionieri di guerra in Italia, sia per quanto riguarda le condizioni in cui essi vissero sia per quanto riguarda le strutture e i meccanismi burocratici attraverso cui vennero gestiti, tuttavia una significativa attenzione è stata rivolta alla realtà di singoli campi. Questo breve studio illustra quella del campo di Grupignano (campo Pg 57), riservato in prevalenza a prigionieri australiani e neozelandesi, basandosi soprattutto su fonti primarie e secondarie straniere, e vuole dare un contributo alla costruzione dell’atlante concentrazionario della penisola nel periodo del secondo conflitto mondiale.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Note sul campo per prigionieri di guerra n. 57 di Grupignano 1941-1943