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Cile, sottile petalo di mare

Set 10, 2021 | Radio Milano Europa

di Chiara Nencioni

Cile, sottile petalo di mare, come l’ha definito Neruda.

Cile, il primo 11 settembre. Quello del 1973, del Colpo di Stato di Pinochet che spazza via nella violenza la democrazia di Allende. Sono stati versati fiumi di inchiostro per analizzarne i perché. Perché i militari hanno fatto il Colpo di Stato; quali errori avesse commesso Allende; quale ruolo abbiano giocato gli Stati Uniti, ecc.

Ne parliamo con David Muñoz Gutierrez, esule cileno, collaboratore di Allende, presente il giorno del golpe, che è riuscito a rifugiarsi presso l’ambasciata d’Italia a Santiago e da lì a raggiungere l’Italia, dove tuttora vive, a Bologna. Tra l’altro è stato anche protagonista dell’ultimo film di Nanni Moretti Santiago,Italia.

“Quali immagini Le vengono in mente, quali ricordi pubblici di quell’11 settembre?”

L’attacco al  palazzo di governo da parte delle forze armate di terra. Allende con i suoi gap (il Gruppo di amici personali o Gruppo di amici del presidente, che costituiva una piccola formazione di guardie del corpo volontarie di Salvador Allende, ndr) cercano di respingere l’attacco. Interviene l’aeronautica che bombarda il palazzo. Nelle ricetrasmitenti si ascoltano le ultime parole del presidente allende. Il palazzo di governo è in fiamme, incomincia la notte più buia della storia del cile.

“e poi cosa è successo?”

Ho raccontato la storia mia e del mio popolo nel libro cile, una storia come tante che è stato scelto da nanni moretti per il film santiago, italia.
I militari hanno massacrato il popolo cileno per ben 17 anni, si contano migliaia di assassinati, scomparsi. I primi giorni si riempiono  di esiliati le ambasciate straniere e anche in italia arrivano centinaia di profughi. Rimane in vigore la costituzione fatta approvare dal dittatore pinochet che non permette teasformazioni radicali al sistema neoliberista imposto a  sangue e fuoco. Viene smontato tutto il sistema di servizi dedicati ai cittadini: salute, educazione, pensioni vengono privatizzati. La riforma agraria fatta da allende viene smantellata e restuiscono ai vecchi padroni le terre, creando una enorme migrazione dalle campagne verso le periferie delle grandi città. Si distruggono le ferrovie dello stato e si favorisce il trasporto terrestre…ecc.

“E il Cile di oggi?”

Dopo 17 anni di dittatura militare si apre un debole  “processo di democratizzazione”, silenzioso ma coraggioso che sta traghettando il paese fuori dai residui del regime di pinochet verso una completa democrazia. Oggi, 48 anni dopo, entriamo in un altro periodo storico.

“Com’è iniziato questo processo?”

Dopo tanti anni di abusi, sofferenza e sopportazione, nel ottobre 2019 gli studenti delle scuole secondarie si rifiutano di pagare l’aumento del prezzo del biglietto del metro di santiago. Rapidamente si sommano alla loro protesta i genitori e diverse organizzazioni popolari arrivando al 18 di ottobre giorno in cui si è prodotta una delle più grandi manifestazioni di proteste a santiago, accompagnata da tante altre in diverse città del paese.

“Quale è stata la reazione del governo?”

Il governo ha risposto con la violenza: più di 40 morti, più di 400 giovani accecati da un occhio mentre alcuni sono stati accecati totalmente, più di 2000 imprigionati, non si contano le ragazze torturate e violentate nelle caserme.

“Di fronte a queste efferate violenze come si è mosso il Parlamento?”

I partiti tradizionali (quelli che hanno governato per più di 30 anni dopo la dittatura) hanno promosso un accordo che in poche ore ha partorito la legge 12.200 che apre un percorso costituzionale tendente ad arrivare a scrivere una nuova costituzione. Il governo è stato quindi costretto ad aprire un processo costituzionale che permetta cambiare la costituzione di pinochet ancora in vigore.

“Qual è l’iter per la stesura e l’approvazione della nuova Costituzione?”

Il 4 di luglio ha cominciato il suo periodo di riunioni la convencion cconstituciona che dovrà scrivere la nuova costituzione che, alla fine del processo -se tutto andrà per il verso giusto-, andrà a sostituire la costituzione del 1980. Le aspettative sono molte e molti settori del paese sono mobilitati per mantenere viva l’attenzione. L’assemblea ha 9 mesi per scrivere la nuova costituzione. Nel caso non riuscisse a redigerla in 9 mesi, potranno avere altri 3 mesi supplementari. Alla fine, il nuovo testo sarà messo all’ approvazione dei cittadini tramite un plebiscito. Nel caso il popolo la approvasse, sarà promulgata dal presidente in carica. Nel caso fosse rifiutata, continuerà ad essere valida quella imposta dal dittatore nel 1980”.

“Come si vive in Cile questo periodo di attesa?”

Le speranze di cambiare davvero son tante, il percorso è in salita ma la composizione dell’assemblea ci fa davvero sperare in un futuro migliore per il paese.
48 anni dopo l’11 settembre 1973 stanno per aprirsi le strade dove cammineranno gli uomini e le donne del nuovo Cile.