Seminario interno su storia e Alto Adriatico
Lunedì 27 giugno 2022, dalle ore 10 alle 17
Fondazione Campo Fossoli, Carpi
Seminario interno su
Storia e Alto Adriatico
Il seminario è finalizzato ad approfondire e discutere le più recenti politiche della memoria relative alle foibe e all’esodo giuliano-dalmata sviluppate nel nostro paese a livello istituzionale. Le commemorazioni del Giorno del Ricordo sono state e sono tuttora oggetto di un intenso uso politico. A partire dal 2010, prima il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e poi Sergio Mattarella, hanno provato a superare accenti nazionalistici legati a tali commemorazioni, promuovendo una memoria europea riconciliata e inclusiva, all’insegna di un dialogo con Slovenia e Croazia basato sul mutuo riconoscimento dei torti e delle violenze di cui le parti contrapposte si sono rese storicamente responsabili, in vista di migliorare la collaborazione nell’ambito della comune “casa europea”.
A fronte di questa direttrice di dialogo, l’unica a nostra avviso capace di superare vecchi settarismi e contrapposizioni, a partire dal 2019 si è evidenziato però un diverso indirizzo nelle politiche della memoria, intrapreso in primo luogo dai partiti di centro-destra e dalle principali associazioni di rappresentanza degli esuli, che hanno puntato a rivendicare una sorta di monopolio della memoria, e intrapreso una lotta contro quelle che sono definite posizioni negazioniste o riduzioniste rispetto alle foibe.
Una mozione votata nel 2019 dal Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia ha proposto di togliere patrocinio e finanziamenti a quelle associazioni che “concorrono con qualunque mezzo a negare o ridurre il dramma delle foibe e dell’esodo”. La mozione ha anche minacciato il ricorso alla legge introdotta dal Parlamento italiano nel 2016 per sanzionare penalmente il negazionismo nei confronti della Shoah.
Un’analoga mozione votata nel febbraio 2021 dal Consiglio regionale del Veneto ha preteso di affermare una sorta di “verità di Stato” fissando il numero delle vittime delle foibe e dell’esodo (con numeri significativamente più alti rispetto a quelli indicati dalla ricerca storica).
Contro questa pericolosa deriva che mina la libertà della ricerca storica e la libera espressione dei suoi risultati, con il rischio di calare una coltre di censura sul dibattito pubblico, il nostro Istituto si è fatto promotore l’anno scorso di una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottoscritta da centinaia di storici e decine di istituti di ricerca, associazioni e riviste scientifiche, che ha avuto ampio spazio su “la Repubblica” e altri organi di informazione.
È stata dunque per noi una spiacevole sorpresa apprendere che prima il Consiglio regionale della Puglia, lo scorso febbraio, e poi il Consiglio regionale della Lombardia in marzo hanno approvato, pressoché all’unanimità, due risoluzioni analoghe a quelle votate in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto, e ancor più lesive della libertà della ricerca storica e di un pubblico dibattito.
Per questo abbiamo pensato di organizzare un’occasione di incontro e di discussione interno alla rete, invitando anche qualche politico vicino ai nostri istituti, per elaborare strategie, speriamo efficaci a contrastare la deriva di cui sopra.
La giornata prevede i saluti dell’on. Pierluigi Castagnetti, Presidente della Fondazione Fossoli, due brevi relazioni di apertura affidate a Raoul Pupo (Università di Trieste/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia) e Paolo Pezzino (Università di Pisa/Presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri). Seguirà poi un dibattito, coordinato da Filippo Focardi, Direttore scientifico dell’Istituto nazionale “Ferruccio Parri”, con interventi liberi.
Pierluigi Castagnetti, Presidente Fondazione Fossoli
Paolo Pezzino, Presidente Istituto nazionale “Ferruccio Parri”
Filippo Focardi, Direttore scientifico Istituto nazionale “Ferruccio Parri”