Le donne nel Novecento in Italia, tra cultura, storia, politica, costume
Ciclo di incontri con gli studenti del Liceo Classico “Giuseppe Parini” di Milano, a cura dell’Istituto lombardo di storia contemporanea, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri.
Il ciclo si articola in otto lezioni, dedicate a figure femminili che, dalla fine dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento, hanno dato un forte impulso alla modernizzazione culturale, politica e sociale del nostro paese, hanno saputo innovare in campo scientifico e nella cura delle persone più bisognose, hanno reagito con coraggio e determinazione alla devastazione delle guerre mondiali, si sono opposte ai totalitarismi, hanno contribuito a scrivere la nostra Costituzione democratica e repubblicana, hanno combattuto per conquistare uguali diritti e pari opportunità.
Le lezioni si svolgeranno il martedì, dal 22 febbraio al 12 aprile 2022, dalle 14.00 alle 14.50, presso il Liceo Classico “Giuseppe Parini” di Milano.
22/02 Il voto alla donna: l’inchiesta dell’Unione femminile del 1903-1905
(Eleonora Cirant)
1/03 Alle origini del welfare: le donne che hanno rivoluzionato l’assistenza e la cura a Milano tra Otto e Novecento
(Simone Campanozzi)
8/03 La socialista Anna Kuliscioff: una vita dedicata ai diritti delle donne.
(Andrea Saba)
15/03 Il fascismo tra consenso e opposizione. Due donne a confronto: Margherita Sarfatti e Marcellina Oriani.
(Andrea Saba)
22/03 Le Madri Costituenti: le donne che hanno fatto la Repubblica.
(Simone Campanozzi)
29/03 Anna Garofalo, una giornalista e intellettuale libera che diede “voce” alle donne.
(Simone Campanozzi)
5/04 Carla Lonzi e il Manifesto di Rivolta femminile.
(Eleonora Cirant)
12/04 Questionario di gradimento e valutazione.
Gli incontri saranno tenuti da Eleonora Cirant (Unione Femminile Nazionale), Simone Campanozzi (Istituto Lombardo di storia contemporanea), Andrea Saba (Istituto Nazionale Ferruccio Parri).
I lavori del 17 maggio (Palazzo San Celso, Sala memoria delle Alpi), con l’intervento di numerosi studiosi da tutta Italia, sono dedicati alla presentazione di ricerche in corso e novità archivistiche, quest’anno con una particolare attenzione alle immagini come strumento di narrazione e di autorappresentazione. Completano la prima giornata giornata le presentazioni dei volumi vincitori del Premio Giorgio Agosti 2019 e del Premio Faustino Dalmazzo 2018.
Nato come riconoscimento alla pubblicazione sull’esperienza politico-culturale o sui protagonisti di Giustizia e Libertà e del Partito d’azione capace di meglio coniugare ricerca e divulgazione, alla sua terza edizione il Premio Giorgio Agosti è assegnato all’opera di Giuseppe Filippetta, L’estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della Costituzione (Feltrinelli 2018). Un libro ricco e originale, che rilegge la storia della Resistenza nella chiave di un’interpretazione forte e stimolante, capace di dare concretezza storica e pregnanza ideale all’affermazione divenuta a volte rituale che la nostra Costituzione è nata dalla Resistenza.
Vincitore del Premio Faustino Dalmazzo 2018 e dodicesimo titolo della collana editoriale “Testimoni della libertà”, sostenuta dalla Fondazione Avvocato Faustino Dalmazzo, è il saggio di Alessio Bottai, Tra amicizia e solidarietà antifranchista. Giorgio Agosti, Franzo Grande Stevens e José Martínez (FrancoAngeli 2018). Uno studio che ricostruisce i rapporti intessuti nel dopoguerra tra due dei protagonisti dell’ambiente azionista torinese e uno dei più incisivi editori dell’esilio antifranchista, attraverso una ricca scelta della corrispondenza tra loro intercorsa per più di due decenni.
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La seconda giornata dei lavori (Palazzo San Celso, Sala conferenze), “La galassia azionista alla prova dell’Europa” , si articola tra storia e attualità. A un momento introduttivo, di analisi da un punto di vista storico e giuridico dei progetti europei elaborati dagli azionisti e del loro lascito nella effettiva costruzione europea, segue la tavola rotonda “Un’identità per l’Unione europea”, i cui partecipanti sono chiamati a riflettere – ciascuno con la specificità del proprio punto di vista professionale e culturale – su ciò che oggi può definire un’identità comune e un nuovo slancio ideale per un’Europa non appiattita su una dimensione semplicemente tecnocratica.
Ad alimentare la discussione, con l’originalità del loro linguaggio, saranno alcune opere realizzate da Pablo Mesa Capella (Málaga 1982), in particolare Studio per una bandiera europea, che si interroga su ciò che l’Europa è e su ciò che potrebbe essere, mettendo in rapporto i simboli ufficiali dell’Ue con quelli scelti dall’artista per suggerire sia una critica dei limiti del presente sia una potenziale evoluzione futura.
» Le opere di Pablo Mesa Capella