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Libertà di stampa e divulgazione storica. I giornali clandestini e gli scioperi del 1943-1944

14 marzo ore 18.
Casa della memoria, Milano

Libertà di stampa e divulgazione storica. I giornali clandestini e gli scioperi del 1943-1944

Intervengono
Giorgio Bigatti, Fondazione ISEC 
Renato Galbusera, Associazione Le Belli Arti APS
Giorgio Giovannetti, Istituto nazionale Ferruccio Parri
Dario Paladini, Intreccimedia 
Igor Pizzirusso, Istituto nazionale Ferruccio Parri

Introduce e modera
Sara Zanisi, Istituto nazionale Ferruccio Parri 

L’Istituto nazionale Ferruccio Parri organizza una tavola rotonda sul tema della libertà di stampa tra attualità e Storia. L’appuntamento è il 14 marzo in Casa della Memoria.

Il 31 dicembre 1925 in Italia entrava in vigore la legge n. 2307, che concedeva l’autorizzazione alla scrittura e alla stampa solo ai giornali riconosciuti dal governo fascista.
Da quel momento, qualsiasi testata priva dell’approvazione governativa  entrava nell’illegalità.
Il fascismo inaugurò così un sistema di censura sull’informazione e la carta stampata , che rimase in vigore per vent’anni, fino alla Liberazione e alla fine della Seconda guerra mondiale.

A distanza di anni dalla fine del regime fascista, la libertà di stampa rimane un argomento scottante. Violente censure e delitti sono messi in atto in diversi paesi del mondo, e la stessa Italia non è immune da problemi, se nel 2022 è scesa al 58° posto nella classifica del World Press Freedom Index di Reporter senza frontiere e se diversi giornalisti sono costretti a vivere sotto scorta per le minacce ricevute.

Per ricordare l’importanza di una società vigile in difesa dei diritti e della libertà di espressione, l’Istituto nazionale Ferruccio Parri organizza una tavola rotonda per parlare della lotta intrapresa dal movimento di Resistenza contro la censura della stampa, ripercorrendo i fatti del 1943-1945, la nascita dei giornali clandestini in opposizione al nazifascismo, e le mobilitazioni e le manifestazioni dei lavoratori in quei difficili anni. Verranno prese in considerazione cinque modalità espressive con cui fare divulgazione storica: la mostra a tema storico, la didattica, il podcast, l’arte e il digitale.