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PRIMA INIZIATIVA DEL NUOVO

ISTITUTO SARDO PER LA STORIA DELL’ANTIFASCISMO E DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA (ISSACO)

ALGHERO, 8 SETTEMBRE 2015
BIBLIOTECA DI ARCHITETTURA

I militari sardi dall’armistizio alla Resistenza

I militari sardi dall’armistizio alla Resistenza è il tema della prima iniziativa pubblica dell’Istituto sardo per la storia dell’Antifascismo e della società contemporanea (Issasco). All’incontro, che si terrà ad Alghero l’8 settembre alle 18 – biblioteca del Dipartimento di Architettura in piazza Molo 2 – parteciperanno, il vicepresidente dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione, Alberto De Bernardi, Walter Falgio, Daniele Sanna e Francesco Bachis dell’Issasco. Dopo i saluti del sindaco di Alghero, Mario Bruno, il dibattito sarà preceduto dalla proiezione del film-intervista “Geppe e gli altri”, la storia del partigiano sardo Nino Garau che guidò la brigata “Casalgrandi” durante la Resistenza nel Modenese. Il comandante Garau concluderà quindi la serata.

Issasco. L’Istituto sardo per la storia dell’Antifascismo e della Società contemporanea, fondato ad Ales, paese di Antonio Gramsci, ha sede a Cagliari e una valenza e un respiro regionale. La struttura raccoglie storici, militanti e simpatizzanti da tutta la Sardegna. È un sodalizio aperto, finalizzato alla ricerca, all’impegno culturale, alla didattica, in fase di affiliazione alla rete degli Istituti per la Resistenza facenti capo all’Insmli (Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia): ente fondato da Ferruccio Parri nel 1949 con lo scopo di raccogliere, conservare e studiare il patrimonio documentario del Corpo Volontari della Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, oggi presieduto da Valerio Onida. Nel corso di oltre 60 anni di attività, gli istituti per la storia della Resistenza hanno contribuito in modo determinante, con numerosissime iniziative di studio e pubblicazioni, all’affermazione in Italia di una storiografia contemporanea su base scientifica.I temi della ricerca. Fili conduttori del lavoro dell’Istituto sardo per l’Antifascismo e la Società Contemporanea saranno la storia e la memoria della Resistenza, la storia delle donne, la storia militare, dei movimenti, con particolare attenzione ai risvolti didattici. Ma anche i temi dell’autonomia sarda, la programmazione, l’industrializzazione e le miniere, l’agricoltura, l’emigrazione, il ribellismo prepolitico, il banditismo, Gramsci e la sua centralità nelle questioni culturali. L’Issasco proporrà un percorso che riporti all’ordine del giorno il dibattito sulle diverse forme di appartenenza dei sardi, a partire da una prospettiva aperta all’Europa e al mondo mediterraneo, attraverso analisi non celebrative dei tanti stimoli che provengono dalle peculiarità dell’Isola, dalle specificità dei suoi territori e dagli elementi di continuità culturale con il contesto in cui essa si colloca.

Rivista su contemporaneità. Importante e ambiziosa la prospettiva di realizzare una rivista su argomenti contemporanei e sociali che potrebbe raccogliere molti stimoli e piani attualmente orbitanti attorno all’impegno e al lavoro di studiosi e simpatizzanti della nuova associazione. Un periodico che potrà essere collegato a un appuntamento annuale in Sardegna per affrontare questioni aperte e attuali della ricerca storica. Ma parlare di Resistenza e antifascismo, oggi, significa anche affrontare i problemi di conflittualità sociale, antirazzismo, ascoltare e ricevere le istanze delle periferie. Ambiti dai quali l’Issasco non intende sottrarsi.

Il Consiglio direttivo. L’Issasco ha già raccolto diverse decine di adesioni, ricevuto l’importante incoraggiamento di istituzioni culturali sarde. Il Consiglio direttivo dell’Istituto, composto da ricercatori, operatori culturali,  insegnanti, è presieduto da Walter Falgio, Daniele Sanna è il direttore. Laura Stochino, Valeria Deplano, Francesco Bachis, Eros Francescangeli, Giuseppe Manias, Giuseppe Zichi, gli altri componenti dell’organismo di coordinamento.

Il film Geppe e gli altri. È la storia di vita del comandante partigiano sardo, Nino Garau, raccontata in un film. L’opera è stata autoprodotta dall’Istituto sardo per la Resistenza e dal Laboratorio di Etnografia Visiva dell’Università di Cagliari nel 2012 e dura 55 minuti. Nino Garau, il 92enne comandante della Brigata partigiana “Aldo Casalgrandi” operativa durante la Resistenza nel Modenese, ricostruisce per la prima volta la sua esperienza di lotta dall’8 settembre 1943 alla Liberazione attraverso il mezzo cinematografico. Frutto di un anno di riprese per 21 ore di girato, il film ripercorre i mesi dall’armistizio di Cassibile sino al 1945 restituendo la testimonianza diretta di un protagonista.

Il valore etico di una scelta. La formazione della brigata partigiana, le azioni di resistenza, la prigionia tedesca, la liberazione del paese di Spilamberto (MO) e il ritorno a Cagliari, sono alcuni dei passaggi centrali della storia.  Attraverso il metodo dell’intervista, Geppe e gli altri riporta un grande patrimonio di ricordi personali del partigiano, non tralasciando la riflessione sul valore etico e politico della scelta di un’intera comunità.

Memoria straordinaria. Gli autori del film sono Francesco Bachis (che ha curato anche la regia) Giuseppe Caboni, Francesco Capuzzi, Walter Falgio, e Laura Stochino, aiuto regia. L’iniziativa segna anche, simbolicamente, il ritorno alla luce di una memoria lucidissima dopo 67 anni di silenzio. Un silenzio, voluto dal partigiano, riflesso di una difficile mediazione con una storia intricata e straordinaria.

Antonio Nino Garau, già Segretario generale del Consiglio regionale della Sardegna, è stato decorato al Valore militare. Nato a Cagliari nel 1923, vive in città. Allievo ufficiale dell’Accademia aeronautica di Caserta, dopo la Resistenza di laurea in Giurisprudenza. È cittadino onorario del Comune di Spilamberto, in provincia di Modena, dove ha ricevuto le chiavi della città. È stato membro effettivo del Consiglio superiore della Pubblica Amministrazione ed è stato insignito dal presidente del Coni della Stella d’argento al Merito Sportivo, dopo aver ricoperto incarichi dirigenziali nella Federazione italiana pallacanestro. Il suo nome di battaglia durante la guerra partigiana era Geppe.