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Mostra ideata dall’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia e realizzata dalla Provincia di Trieste in occasione del

Centenario della prima guerra mondiale

Trieste 1914. La città e la guerra

Trieste, Magazzino delle idee di Corso Cavour

Inaugurazione sabato 20 settembre 2014, alle ore 17.30.
La mostra rimarrà aperta dal 21 settembre al 9 novembre.

Presentazione

Una violenta bufera, che si scatena il 13 gennaio 1914 su Trieste, apre un anno che avrebbe di lì a qualche mese visto scoppiare nel cuore dell’Europa una guerra destinata a cambiare per sempre il cammino della storia umana: la prima guerra mondiale.

La cultura, i rapporti sociali, la politica, l’economia dell’Europa intera furono travolti e profondamente trasformati dagli eventi del periodo 1914-1918, tanto che l’interesse per quella guerra perdura tuttora, dopo un secolo, non solo in ambito storiografico, ma anche quale esigenza di conoscere e di capire, da parte di un ampio pubblico, la genesi, le dinamiche e le conseguenze di una delle più impressionanti catastrofi umane di tutto il Novecento.

La collocazione geografica di Trieste, inserita nell’ambito della monarchia Asburgica, con un ruolo economico di tutto rilievo nel settore marittimo, industriale e finanziario, fa sì che la città, all’avvio del conflitto, rappresenti un osservatorio sensibile e interessato ai cambiamenti relativi all’area danubiana, balcanica e mediterranea. Le modalità con cui l’Austria-Ungheria entrò in guerra e in particolare l’uccisione a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie Sophia, che determinò le scelte politiche, i tempi diplomatici e la mobilitazione militare della duplice monarchia, coinvolsero immediatamente Trieste, le cui strade videro il passaggio del corteo funebre della copia arciducale.

L’inizio del conflitto, alla fine di luglio 1914, travolse e trasformò la vita della città, prima di tutto limitando i diritti civili: fu vietata l’attività delle associazioni e vennero limitati i movimenti dei cittadini, fu istituita la cesura sulla stampa e sulla posta privata. La crisi economica fu determinata dal blocco dei traffici marittimi, dalla mancanza di manodopera per le industrie e il commercio, provocando la riduzione dei rifornimenti alimentari e imponendo il razionamento dei viveri e dei prodotti di prima necessità; la città, privata dei propri cittadini più giovani chiamati alle armi, si svuotò e le famiglie si ritrovarono in gravi difficoltà, sebbene sostenute da sussidi pubblici, per la crescita tumultuosa dei prezzi, che costrinse una folla sempre più numerosa a rivolgersi alle mense pubbliche.

La guerra impose immediatamente ai suoi amministratori due impegni strettamente connessi: la gestione di un’area urbana demograficamente tra le più vaste della monarchia e il sostegno più largo possibile ai cittadini combattenti, nel 1914, sul fronte russo e su quello balcanico. Nuove strutture furono costituite per far fronte alla «sussistenza» delle famiglie dei richiamati, appositi comitati furono impegnati a coordinare la beneficenza verso indigenti, disoccupati, orfani e vedove di guerra, una rete di ospedali, affidata in gran parte alla Croce Rossa, venne predisposta per accogliere militari ammalati e feriti.