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Ad Alessandria: fascismo e antifascismo nella scuola elementare
ALESSANDRIAmartedì 21 maggio 2019, ore 17:00
Alessandria, martedì 21 maggio 2019, ore 17,00 presso la sede dell’Isral (Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi”), in via Guasco 49, Massimo Castoldi, responsabile progetti editoriali e didattica della Fondazione Memoria della Deportazione, parlerà dell’antifascismo nella scuola elementare, presentando il suo Insegnare libertà. Storie di maestri antifascisti, e dialogandone con Luciana Ziruolo e col pubblico. Si tratta del quinto e ultimo incontro della rassegna Fascismo/Antifascismo, organizzata dall’Isral in collaborazione con l’Associazione Memoria della Benedicta. Il volume è dedicato a quella parte della classe magistrale, fieramente risoluta nel proprio compito, disposta a combattere con ogni mezzo la propaganda del regime, tra i quali molti o molte furono costretti o costrette a lasciare l’insegnamento, conobbero il confino, caddero vittime della violenza fascista e poi, anche, di quella nazista. Nei primi anni del secolo, dalla fondazione dell’Unione magistrale nel 1900 all’istituzione del Sindacato magistrale aderente alla Confederazione generale del lavoro nel 1919, i maestri avevano acquisito sempre più consapevolezza del loro ruolo di educatori e di operatori sociali, non ritenendosi più soltanto sacerdoti laici con la missione dell’educazione nazionale. Sentivano di dover partecipare in modo attivo alla vita socio-culturale dell’Italia, nella lotta contro l’analfabetismo, nella creazione di una coscienza civica e unitaria, ma anche nello sviluppo del socialismo o del cattolicesimo popolare, che, sebbene in conflitto tra loro, si fondavano sulla medesima necessità di un’istruzione diffusa. Se il fascismo guardò alla scuola elementare come al luogo di formazione e di costruzione della coscienza del nuovo bambino soldato fedele al regime, molti maestri ne contrastarono il linguaggio e i modelli culturali, educando i bambini a principi alternativi: patriottismo, e non nazionalismo, solidarietà, fratellanza e libertà, anziché violenza, razzismo e cieca obbedienza. Il volume racconta soltanto dodici storie, ma potrebbero essere molte di più. Lo scopo è stato quello di rappresentare modalità differenti di opposizione alla cultura dominante, da quelle più aperte e frontali, a quelle più calcolate e addirittura dissimulate. Uomini e donne, socialisti, cattolici, liberali o semplicemente patrioti, questi maestri e queste maestre testimoniano che la loro battaglia silenziosa fu possibile, nonostante tutto, e che è stata, ben oltre la sfida e la ribellione, una vera lezione di Resistenza civile.
Indice del volume:
Notizia inserita da: Fondazione Memoria della deportazione archivio biblioteca "Pina e Aldo Ravelli"