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Pubblicazioni. Educare con la libertà e alla libertà
MILANOgiovedì 17 ottobre 2019, ore 19:00
Milano, giovedì 17 ottobre 2019, allo Spazio B**K di via Porro Lambertenghi 20, ore 19.00 il prof. Massimo Castoldi, responsabile didattica della Fondazione Memoria della Deportazione, dialogherà con Francesco Codello e con Maurizio Giannangeli sul tema dell’Educazione con la libertà e alla libertà Si partirà dai libri Lezioni di anarchia – Cronache di incontri realmente avvenuti in Edicola 518 ed Educazione incidentale di Colin Ward (Eleuthera) e Insegnare libertà – Storie di maestri antifascisti (Donzelli). Sarà un confronto tra sensibilità ed esperienze diverse per interrogarsi su cosa significhi oggi educare a scuola e fuori dalla scuola, nella convinzione condivisa che non ci sia «educazione senza relazione».
Educare a una scelta responsabile
L’esperienza dei maestri antifascisti, attivi nella scuola fascista, ci aiuta a comprendere quanto sia stato fondamentale nella scuola e lo sia ancora oggi educare il giovane a una scelta responsabile. Castoldi in una recente intervista si chiede (e invita tutti a chiedersi): «Perché studiamo una cosa invece che un’altra? Perché certe informazioni sono di troppo? E come altre devono essere gestite?» e chiarisce che quei maestri antifascisti avevano un senso del loro compito e di presa diretta sulla realtà. «Il fascismo», aggiunge, «è stata una situazione estrema, dunque occorreva difendersi. Se non si poteva insegnare in un determinato modo, si doveva trovare una formula adeguata per far passare principi diversi e valori. Voglio insegnare il senso della libertà? Lo faccio passare attraverso Salgari, perché il fascismo lo accetta, e non attraverso Turati, perché il fascismo lo respinge, per esempio. Ma raggiungo ugualmente il mio scopo. Si deve trovare un pretesto, per dare una lezione di vita. L’insegnamento è invenzione costante, capacità di sorprenderci e di sorprendere, non l’applicazione sterile di modelli didattici elaborati a priori». Il fascismo nella scuola, soprattutto elementare, fu negazione della coscienza critica, del confronto, del dialogo, oltre che quotidiana educazione alla guerra. I maestri antifascisti, spesso di formazione socialista, ma anche cattolica e liberale, non potevano accettarlo.Tipologia: Dibattito. Eventi e News. Formazione. Istituti associati. Pubblicazioni.Notizia inserita da: Fondazione Memoria della deportazione archivio biblioteca "Pina e Aldo Ravelli"