Abstracts della rivista
Per una storia sociale della lavatrice in Italia. Donne, elettrodomestici e consumi negli anni cinquanta e sessanta di Enrica Asquer pubblicato su Italia Contemporanea n. 241 , dicembre 2005
L’affermazione dell’oggetto lavatrice come bene di consumo di massa, nello scenario degli anni della tumultuosa modernizzazione economica dell’Italia del secondo dopoguerra, è oggetto di una riflessione incentrata in particolar modo sui molteplici aspetti sociali e culturali del processo di costruzione e ampliamento del mercato dell’elettrodomestico. In un percorso che si snoda tra stabilimenti industriali, destinati a raggiungere altissimi livelli produttivi su scala europea e mondiale (Candy e Zanussi, in primo luogo), e abitazioni che progressivamente divengono spazi più efficienti, intimi e confortevoli, la diffusione di massa della lavatrice rappresenta una vicenda emblematica delle complesse trasformazioni della quotidianità delle famiglie e delle donne italiane in questi decenni cruciali. Veicolo di significative quanto contraddittorie discontinuità nella percezione dello spazio domestico e nell’organizzazione del tempo dei lavori di casa, la lavatrice agisce, nel suo diffondersi, come incentivo potente nella direzione di una razionalizzazione e privatizzazione del lavoro domestico, prevalentemente femminile. L’indagine sulle implicazioni di genere del processo di meccanizzazione del bucato è al cuore della riflessione e si colloca all’interno di un quadro sfaccettato della società italiana del lungo dopoguerra, da cui emergono in particolar modo le ambivalenti spinte nella direzione di una revisione dei tradizionali codici di rappresentazione delle identità di genere. Uno sguardo critico alle strategie promozionali, e in particolare pubblicitarie, messe a punto dalle aziende produttrici, che esaltano la lavatrice come oggetto "femminile" per eccellenza, rende sfumata e difficilmente univoca la risposta a un interrogativo di fondo, quello sulla natura e i limiti delle potenzialità liberatorie di tale bene di consumo nel vissuto delle donne italiane degli anni cinquanta e sessanta.