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Sul negazionismo di Valentina Pisanty pubblicato su Italia Contemporanea n. 212 , settembre 1998

I negazionisti sono un gruppo di presunti storici che sostengono che la Shoah sia la "grande impostura del ventesimo secolo" e che Auschwitz e le camere a gas naziste non siano altro che un’invenzione della propaganda sionista, volta ad estorcere ingenti riparazioni di guerra alla Germania sconfitta. Per sostenere tale tesi i negazionisti si avvalgono di un metodo molto particolare di lettura dei documenti storici, che prevede: a. l’analisi di una qualunque testimonianza che attesti l’esistenza dello sterminio, isolata però dalla rete probatoria in cui essa è inserita, allo scopo di renderla più vulnerabile agli attacchi; b. la ricerca spasmodica di tutte le piccole inesattezze che la testimonianza (in quanto prodotto della memoria umana) può contenere, con l’intento di ingigantire l’importanza di tali anomalie; c. la deduzione che se la testimonianza è sbagliata su un determinato punto, nulla garantisce che non lo sia anche nel suo complesso; d. la conclusione che le ‘sbavature’ riscontrate non sono casuali, ma fanno capo a una precisa volontà di manipolazione ideologica da parte di "certi ambienti del sionismo internazionale". Da quanto detto consegue che il negazionismo non è altro che il capitolo più aggiornato del vecchio mito della cospirazione ebraica per la conquista del mondo, la cui espressione più nota è costituita dai falsi Protocolli dei Savi Anziani di Sion.


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