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Il razzismo negato di Enzo Collotti pubblicato su Italia Contemporanea n. 212 , settembre 1998

L’autore esamina il modo in cui dopo la liberazione è stata elaborata l’esperienza della persecuzione contro gli ebrei avviata dal regime fascista con la legislazione del 1938. Essa indaga sia le manifestazioni della memoria ebraica che assecondarono la tendenza a minimizzare la realtà della persecuzione anteriormente all’8 settembre 1943, sia i ritardi e le reticenze con i quali la storiografia ha affrontato la complessa problematica. L’autore confuta la linea interpretativa che tende a scaricare unicamente sulla Germania nazista le responsabilità della persecuzione: prima dell’8 settembre 1943, in quanto le leggi razziste sarebbero il frutto di pressioni tedesche; dopo l’occupazione tedesca dell’Italia, per l’evidenza della deportazione effettuata dai tedeschi. Contro ogni tendenza storiografica assolutoria, la relazione ribadisce il carattere autoctono della persecuzione (nel quadro della più generale politica della razza inaugurata dal regime fascista con la proclamazione dell’impero) e le corresponsabilità del collaborazionismo della Rsi per la stessa deportazione degli ebrei dall’Italia verso i campi di sterminio. In tal modo è riletta criticamente anche la pretesa estraneità alla "soluzione finale" dell’Italia, le cui responsabilità attendono ancora in buona parte di essere problematizzate.


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