Abstracts della rivista
Il colonialismo italiano tra miti, rimozioni, negazioni e inadempienze di Angelo Del Boca pubblicato su Italia Contemporanea n. 212 , settembre 1998
A differenza di altre nazioni, dove è stata coraggiosamente affrontata una seria riflessione sul passato coloniale, l’Italia si è sottratta a questo obbligo; anzi ha favorito la rimozione delle colpe coloniali, con palesi falsificazioni, che hanno ostacolato la ricerca storica. Questo spiega perché ancora oggi, a sessant’anni dagli avvenimenti, si accendano roventi polemiche sull’utilizzo o meno dei gas in Etiopia, e non accenni a tramontare il mito degli "italiani brava gente". Il mancato dibattito sul colonialismo e la persistente lettura in chiave apologetica delle imprese africane non soltanto hanno consentito che fossero mandati assolti tutti i maggiori responsabili dei genocidi africani, ma hanno anche notevolmente influito sulla politica elaborata nei confronti delle ex colonie, che si caratterizza per rozzezza, improvvisazione, inadempienze e ritardi. L’Italia ha perso una grande occasione. Poteva ritornare in Arica per riparare con generosità i suoi torti e per svolgervi, con le capacità che nessuno le disconosce, una proficua collaborazione. Invece ha dilapidato ingenti capitali, a puntellato abiette dittature, ha costruito cattedrali nel deserto, ha aggiunto, alle vecchie, nuove ingiustizie, e non ha neppure finito di onorare i suoi debiti, come testimoniano il contenzioso con la Libia e la mancata restituzione dell’obelisco di Axum. La nuova politica inaugurata dal ministro degli Esteri Lamberto Dini e il viaggio del presidente Scalfaro in Africa orientale, con l’esplicita ammissione delle colpe coloniali, sembrano tuttavia costituire una svolta significativa e forse l’inizio di un nuovo modo di cooperare con i paesi del Terzo mondo.