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La campagna di Grecia 1940-1941. Riflessi politici e conseguenze strategiche di Lucio Ceva pubblicato su Italia Contemporanea n. 258 , marzo 2010

Nell’ottobre 1940 l’Italia aggredì la Grecia subendo rovesci rimediati. Solo nell’aprile-maggio 1941 i tedeschi, attraversando Ungheria, Romania e Bulgaria, soggiogarono l’intero paese, Creta compresa. Mentre in Italia barcollava il prestigio del fascismo, in Grecia l’orgoglio per le vittorie sull’Italia era pagato con anni di occupazione militare tedesca. Lo studio della consistenza e dei piani della Wehrmacht prova che la campagna di Grecia non influì né sulla data d’inizio (22 giugno 1941) dell’attacco all’Urss né sul suo esito disastroso dovuto a incredibile sottovalutazione della potenza sovietica. Neppure successivamente la Grecia divenne un fattore importante, benché nel 1943 Hitler vi concentrasse forze aeree nel timore che gli angloamericani, approfittando del crollo italiano, invadessero la Balcania. Tale sarebbe stata la volontà di Churchill che sperava di provocare anche l’intervento della Turchia. Ma Roosevelt decise invece che le maggiori forze puntassero sull’invasione della Francia (giugno 1944). La Grecia fu liberata da forze britanniche nell’autunno 1944 senza contrasto da parte dei tedeschi che mantennero indisturbato il controllo delle isole egee sino all’epilogo del maggio 1945.

L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - La campagna di Grecia 1940-1941. Riflessi politici e conseguenze strategiche


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