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La gestione dell’ordine pubblico dopo i fatti di Aigues-Mortes di Donato D'Urso pubblicato su Italia Contemporanea n. 260 , settembre 2010

L’eccidio di lavoratori emigrati avvenuto nell’agosto 1893 ad Aigues-Mortes, nella Francia meridionale, provocò accese proteste in molte città italiane. In alcuni casi le dimostrazioni popolari degenerarono in atti di violenza: i fatti più gravi avvennero a Roma contro l’ambasciata francese e a Napoli. Le agitazioni colsero di sorpresa le autorità che non seppero affrontare l’emergenza con misure adeguate. All’epoca, la polizia aveva un organico assai ridotto (5.000 uomini in tutt’Italia) cosicché, in aggiunta ai carabinieri, sovente bisognava chiedere l’intervento di reparti dell’esercito nei servizi di ordine pubblico. L’autore illustra quali misure adottarono i prefetti di Roma e di Napoli, ai quali spettava la responsabilità del mantenimento dell’ordine. Le commissioni d’inchiesta giudicarono negativamente il loro operato e il governo punì i due alti funzionari per avere sottovalutato la situazione e utilizzato in modo inadeguato le forze di cui disponevano per soffocare i disordini. Lo studio reca in appendice il testo del rd. 5 gennaio 1899 che codifica in modo più puntuale rispetto al passato le norme sull’impiego della truppa in servizio di pubblica sicurezza.

L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - La gestione dell’ordine pubblico dopo i fatti di Aigues-Mortes


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