Abstracts della rivista
Abstract del numero 226, marzo 2002
(Visualizza tutti gli articoli del numero)- Paul O' Brien
Al capezzale di Mussolini. Ferite e malattia 1917-1945
pubblicato sul numero 226 di Italia contemporanea, marzo 2002
Abstract:
Il saggio mette in discussione la tesi universalmente accolta circa l’esistenza di un nesso causale tra le due seguenti proposizioni: "Nel febbraio 1917 Benito Mussolini fu ferito dall’esplosione accidentale di un lanciagranate italiano. Non tornò più al fronte". I biografi di Mussolini non hanno mai approfondito seriamente la questione, nonostante l’Archivio centrale dello Stato conservi un’importante documentazione al riguardo. Nell’unica occasione in cui questo materiale è stato preso in esame, lo si è utilizzato per confermare l’esistenza di un rapporto tra l’assenza di Mussolini dal fronte e la sua ferita. L’autore, sulla scorta dei pareri rilasciatigli da due consulenti medici che hanno esaminato i documenti, insinua forti dubbi sulla gravità delle ferite di Mussolini, arrivando anche a sostenere che esistono ragioni fondate per mettere in discussione legittimamente il fatto che Mussolini sia stato coinvolto in prima persona nel succitato incidente. O’Brien solleva inoltre un altro problema cruciale: sebbene le ferite di Mussolini non giustifichino la prolungata convalescenza prescrittagli, dalla documentazione medica relativa al 1917 si desume che già in quel momento egli poteva effettivamente essere gravemente ammalato. Se la diagnosi di uno dei consulenti dell’autore è corretta, allora l’annosa questione circa la natura della malattia di cui soffrì il duce nei suoi ultimi anni trova una risposta e l’intera questione della sua storia medica deve essere rivista.
- Download in formato .pdf [237 kb]
- Alessandra Gissi Un percorso a ritroso: le donne al confino politico 1926-1943 pubblicato sul numero 226 di Italia contemporanea, marzo 2002 Abstract: Il saggio ricostruisce i diversi percorsi delle donne condannate al confino politico dal novembre 1926 al luglio 1943. L’istituto del confino, deputato a isolare le "classi pericolose per la società e l’ordinamento dello Stato", offre infatti la possibilità di comprendere verso quali comportamenti femminili il fascismo esplicasse una ferma volontà di prevenzione e repressione. Vengono prese in considerazione le motivazioni delle condanne, che non riguardarono soltanto le attiviste dei partiti antifascisti clandestini, ma un universo di figure femminili, diverse e difficilmente classificabili, che si trovarono catalogate come "sovvertitrici degli ordinamenti dello Stato" e come tali allontanate dalla famiglia e dal contesto sociale di appartenenza. Le espressioni e le esperienze di queste donne, prive della cosiddetta coscienza politica, che si configurano come testimonianze di un vissuto complesso e molteplice, sono state a lungo trascurate, giacché erano considerate inservibili per la ricostruzione storica della società italiana. Nel saggio vengono, inoltre, indagate le specificità femminili di una realtà, quella del confino politico, tradizionalmente immaginata e descritta come eminentemente maschile. La vita quotidiana delle confinate, il problema delle prime necessità, la salute, la gravidanza, la cura dei figli sono descritte attraverso i documenti prodotti dall’Ufficio confino politico e dalle questure ma anche attraverso le lettere scritte dalle confinate.
- Luisa Lombardi Rsi e mobilitazione delle risorse per la guerra. La provincia di Mantova pubblicato sul numero 226 di Italia contemporanea, marzo 2002 Abstract: La storiografia dell’ultimo decennio ha dimostrato un rinnovato interesse per le vicende della Rsi collocandole in un contesto interpretativo più ampio, che vede tra l’altro questo periodo della nostra storia non solo come l’epilogo di una fase ma anche come il punto di partenza della storia italiana del secondo dopoguerra. Il saggio vuole essere, in questa prospettiva, un contributo all’analisi delle dinamiche interne alla Rsi in relazione allo sforzo bellico del Terzo Reich. Soltanto una ricostruzione analitica delle singole vicende locali rende a nostro parere possibile una verifica delle tesi generali proposte dalla storiografia. L’analisi del caso mantovano - che, per alcune sue caratteristiche geografiche e storiche, può essere considerato significativo ed emblematico rispetto alla vicenda nazionale - dimostra come alcune iniziative della Rsi a livello locale anticipino provvedimenti e iniziative presi dall’occupante e dalle autorità centrali della Repubblica sociale. Il saggio affronta in particolare, anche sulla base di un’ampia documentazione archivistica, due momenti: la mobilitazione delle risorse comunali a sostegno dell’occupante e l’invio di manodopera coatta in Germania, ricostruita sulla base dell’analisi dell’attività delle commissioni comunali incaricate di compilare le liste dei lavoratori, la cui istituzione fu promossa dalle autorità locali indipendentemente da richieste esterne. Conclude il saggio un rapido esame della persecuzione degli ebrei mantovani e dell’attività del Tribunale straordinario provinciale istituito dal Congresso di Verona.
Il contenuto di questo portale è protetto da copyright dal protocollo Creative Commons Attribution 3.0 Italy License