Abstracts della rivista
Abstract del numero 293, agosto 2020
(Visualizza tutti gli articoli del numero)- Fabio Degli Esposti
Sulla pelle dei soldati. Razioni di guerra, approvvigionamenti alimentari e speculazioni industriali (1914-1922)
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
Nello scenario della guerra totale 1914-1918 la questione degli approvvigionamenti alimentari divenne un fattore essenziale. Il saggio prende in considerazione le politiche attuate dal governo italiano in un settore fondamentale, quello del consumo di carne. La strategia seguita fu in primo luogo quella di scoraggiare i consumi civili, che tuttavia, già piuttosto bassi, non poterono essere contratti in misura sufficiente. Le preoccupazioni sul progressivo depauperamento del patrimonio zootecnico nazionale per effetto delle massicce requisizioni militari indussero i vertici delle forze armate, dietro consiglio degli igienisti militari, a ridurre a fine 1916 anche la razione delle truppe mobilitate. Un provvedimento che, nei mesi successivi a Caporetto, suscitò accese polemiche nella classe medica, in quanto il peggioramento dell’alimentazione dei soldati fu individuata da alcuni come una delle concause del cedimento dell’autunno 1917. Una delle possibili soluzioni, l’incremento dell’importazione di carni congelate, era resa difficile da ostacoli di ordine tecnico come la pochezza della flotta frigorifera, la mancanza di grandi impianti frigoriferi e le deficienze nella rete di distribuzione che, dai porti tirrenici, doveva far arrivare il prodotto al fronte. Pur con gravi ritardi e sprechi, la guerra portò a una notevole espansione dell’industria del freddo italiana. Fra le novità del conflitto ci fu anche un fortissimo incremento nel consumo dei prodotti in conserva da parte dell’esercito. Il settore, gestito inizialmente da stabilimenti statali, vide nel corso della seconda parte del conflitto l’ingresso di un buon numero di industrie private. Queste tuttavia, secondo le indagini condotte nel dopoguerra dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra, si resero protagoniste di vere e proprie truffe nei confronti dell’amministrazione militare, rimaste in gran parte impunite.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Sulla pelle dei soldati. Razioni di guerra, approvvigionamenti alimentari e speculazioni industriali (1914-1922)
- Fabio Ecca
"Lo Stato è disarmato". L’organizzazione e gli scandali nella liquidazione dei residuati secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra (1918-1922)
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
La fine della Grande guerra aveva generato l’esigenza di liquidare gli ingenti quantitativi di residuati rimasti nei magazzini o al fronte. L’obiettivo era duplice: recuperare il loro valore e, allo stesso tempo, favorire la ripresa delle produzioni industriali di pace. Tali importanti compiti alienatori venivano affidati tra il 1918 e il 1922 a una serie di enti la cui azione, tuttavia, sarebbe stata oggetto delle attenzioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra, istituita nel 1920 per indagare appunto su di esse. L’autore ricostruisce per la prima volta, grazie alla documentazione raccolta e prodotta dall’organo d’inchiesta, l’organigramma e l’operato dei più importanti enti alienatori, individuando per ciascuno di questi le principali peculiarità e deficienze operative. Egli offre così anche un contributo alla comprensione delle politiche economiche in atto in quegli anni.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – "Lo Stato è disarmato". L’organizzazione e gli scandali nella liquidazione dei residuati secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra (1918-1922)
- Francesca Rolandi
Un trionfo mai richiesto? Partecipazione politica femminile e rappresentazioni di genere nella stampa locale di Fiume e Susak dopo la Grande guerra
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
La Grande guerra sconvolse non solo l’assetto geopolitico di una parte del continente europeo, ma anche le precedenti frontiere di genere e gli equilibri familiari. Le confinanti città di Fiume e di Susak si trovarono a vivere, dopo la fine del conflitto, una lunga transizione caratterizzata da instabilità amministrativa, insicurezza economica e tensioni politiche e nazionali, per poi essere inglobate, rispettivamente, nel Regno d’Italia e nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Focalizzandosi sulle fonti disponibili in lingua italiana e croata, l’articolo analizzerà il caso studio di un’area di frontiera per indagare la presenza femminile nella sfera pubblica, mettendo in luce sia la partecipazione politica legata alle diverse forme di suffragio in atto, che il tessuto dell’associazionismo, all’interno di organizzazioni politiche e filantropiche. Inoltre, per tracciare le reazioni al protagonismo femminile, verranno analizzate le rappresentazioni di genere presenti sugli organi di stampa locali, legati in massima parte alle maggiori fazioni politiche in lotta, e quasi esclusivamente dominati da voci maschili.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Un trionfo mai richiesto? Partecipazione politica femminile e rappresentazioni di genere nella stampa locale di Fiume e Susak dopo la Grande guerra
- Jacopo Perazzoli
Wilsonismo e socialismo europeo: alcune note sul caso del socialismo italiano (1917-1919)
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
In linea con il filone storiografico che da tempo riflette sulle influenze e sulla ricezione del wilsonismo in Italia e nei soggetti politici italiani, questo saggio vuole analizzare le modalità secondo cui i progetti in politica estera del presidente statunitense vennero recepiti nei programmi del socialismo italiano tra il 1917 e il 1919, ossia il triennio in cui fu più estesa la popolarità del leader della Casa Bianca nella Penisola.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Wilsonismo e socialismo europeo: alcune note sul caso del socialismo italiano (1917-1919)
- Emanuele Edallo
Esoneri e dispense al Comune di Milano. La persecuzione antiebraica nei confronti dei dipendenti dell’Amministrazione comunale
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
L’articolo 13 del Regio decreto legge 1728/1938 prevedeva che le amministrazioni pubbliche non potessero avere alle proprie dipendenze persone di "razza ebraica". Ciò costrinse i comuni di tutto il Regno a dispensare dal servizio i dipendenti ebrei entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto. Questo saggio, intende aprire una nuova prospettiva di ricerca, analizzando sia l’iter burocratico-amministrativo e le dinamiche interne all’amministrazione comunale di Milano, sia i profili dei dipendenti comunali. A partire dalla metà di dicembre 1938, l’Amministrazione comunale milanese licenziò, per motivi razziali, ventisei dipendenti; due di loro vennero riconosciuti non appartenenti alla "razza ebraica" e poterono riprendere il lavoro, gli altri subirono la persecuzione. Si trattava di figure variegate e interessanti: semplici impiegati, ingegneri, medici, farmacisti, insegnanti, vigili del fuoco, segretarie, inservienti e operai. Dopo l’occupazione nazista della città, alcuni scelsero di fuggire all’estero, la maggioranza rimase, invece, in Italia, nascondendosi per non essere arrestata. In quattro vennero deportati ad Auschwitz, dove morirono. Alla fine della guerra solamente sei ripresero il posto di lavoro presso il Comune.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Esoneri e dispense al Comune di Milano. La persecuzione antiebraica nei confronti dei dipendenti dell’Amministrazione comunale
- Vittorio Coco
Poliziotti, carabinieri e mafiosi a Palermo (1962-1974)
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
L’articolo consiste in un inquadramento della Pubblica sicurezza (Ps) a Palermo tra gli anniSessanta e la prima metà degli anni Settanta del Novecento. Si tratta di un momento significativoperché fu allora che gli apparati di sicurezza cominciarono a riattrezzarsi per il contrastoal fenomeno mafioso, in conseguenza della recrudescenza criminale e del mutato climapolitico. All’interno dell’articolo un particolare rilievo è stato dato sia alle figure dei questoriche si avvicendarono, sia alla squadra mobile che, esercitando le funzioni di polizia giudiziaria,rivestiva un ruolo centrale da un punto di vista investigativo. Inoltre, per ragionare in manierapiù completa della risposta delle istituzioni al crimine organizzato, parallelamente allaPs si è voluto dare spazio anche alle vicende riguardanti le strutture periferiche dei carabinieri.Uno degli aspetti centrali che emerge dall’articolo è la complessa relazione che si è sviluppatatra gli organismi operanti sul campo, così come quella con la magistratura, che ebbe tra isuoi effetti il rallentamento della stessa azione di contrasto.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Poliziotti, carabinieri e mafiosi a Palermo (1962-1974)
- Michele Nani
La metà perduta. Appunti su studi storici e metodi quantitativi a partire da pubblicazioni recenti
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
A partire da tre pubblicazioni recenti (un manuale, gli atti di un convegno e un volume collettaneo),si propone una riflessione sull’uso dei metodi quantitativi da parte degli storici, "metàperduta" nel bagaglio metodologico della disciplina, in particolare nel contesto italiano, nonostantei dibattiti sulla storia digitale e sui "big data" storici. Dopo le grandi promesse deglianni Sessanta-Ottanta e dopo il rifiuto del ventennio successivo, la diffusione dei personalcomputer e la grande diversificazione e l’affinamento dei metodi pongono le basi per un usodiretto e sperimentale delle analisi quantitative, anche su piccoli corpus o in prospettiva microstorica.Una diffusa formazione al quantitativo fornirebbe un potenziamento delle capacitàriflessive e interpretative della storiografia.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – La metà perduta. Appunti su studi storici e metodi quantitativi a partire da pubblicazioni recenti
- Marica Tolomelli
Il Sessantotto ha cinquant’anni. Note di storiografia
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
In occasione del cinquantesimo anniversario dei tumultuosi eventi culminati nel Sessantottola storiografia italiana " e non solo, evidentemente, ma è su questa che il saggio si sofferma" si è mostrata indubbiamente vivace anche se forse non proprio scoppiettante quanto aoriginalità. Sul piano editoriale questa vivacità si è manifestata nella pubblicazione di un considerevolenumero di studi di cui non è possibile rendere conto in maniera esaustiva in questasede data l’eterogeneità degli approcci, dei livelli analitici e delle interpretazioni proposte.Svilupperò pertanto alcune considerazioni in merito a una scelta ragionata di testi in mododa rendere conto di alcune delle direttrici più significative della ricerca in merito sia agli approccimetodologici sia alle interpretazioni e alle chiavi di lettura che ne emergono. In ordinealfabetico trattasi di: Michele Battini, Un sessantotto, Milano, 2018; Guido Crainz (a curadi), Il Sessantotto sequestrato. Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni, Roma, 2018;Marcello Flores, Giovanni Gozzini, 1968. Un anno spartiacque, Bologna, 2018; Monica Galfré,La scuola è il nostro Vietnam. Il ’68 e l’istruzione secondaria italiana, Roma, 2019; PaoloPombeni, Che cosa resta del ’68, Bologna, 2018; Francesca Socrate, Sessantotto. Due generazioni,Roma-Bari, 2018.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Il Sessantotto ha cinquant’anni. Note di storiografia
- Silvia Inaudi
Storicizzare il welfare italiano in prospettiva globale e transnazionale: un’analisi in ottica di genere
pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020
Abstract:
Il contributo propone un’analisi della storiografia italiana sul welfare, con particolare attenzionealle ricerche gender-oriented, allo scopo di individuare acquisizioni, problemi apertie prospettive, attraverso il confronto con il panorama internazionale. Scopo del contributoè mostrare come queste ricerche possano compiere ulteriori progressi facendo proprio un approcciotransnazionale e globale in senso lato, proponendo anche una serie di temi e questionipossibili da affrontare.
L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Storicizzare il welfare italiano in prospettiva globale e transnazionale: un’analisi in ottica di genere
- Luigi Musella Dialoghi transatlantici. Il caso di Pasquale Saraceno pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020 Abstract: La storia dell’Italia contemporanea necessita di un contesto globale. Temi tradizionali, come il meridionalismo, non possono essere più trattati in modo autoreferenziale. Il caso di Pasqua-le Saraceno è significativo da questo punto di vista. Le sue relazioni culturali manifestano chiaramente la natura globale anche del suo pensiero, che in passato la storiografia tradizio-nale si è ostinata a leggere avendo per guida analitica lo stato nazionale.
- Antonio Bonatesta La politica regionale comunitaria nell’"età del disordine". Dallo "sviluppo armonioso" alle ragioni del mercato (1972-1987) pubblicato sul numero 293 di Italia contemporanea, agosto 2020 Abstract: Il saggio ricostruisce le trasformazioni intervenute nei paradigmi di intervento della politica regionale comunitaria a partire dai primi anni Settanta, con l’avvio del negoziato per la creazione del Fondo europeo di sviluppo regionale, fino all’Atto Unico Europeo. L’Autore individua in questo periodo le fondamenta di una profonda transizione da modelli “interventisti” e “neomercantilisti” calibrati sul lato della domanda aggregata, caratteristici delle politiche regionali adoperate fino a quel momento da diversi Stati membri e in primo luogo dall’Italia, verso modelli più apertamente neoliberisti. L’analisi della forte conflittualità in seno al Comitato di politica regionale, l’organo di rappresentanza delle tecnocrazie nazionali deputato a gestire il Fesr, e tra questo e la Commissione europea, consente all’Autore di rilevare come tale esito non fu affatto scontato. A determinarlo furono soprattutto il sovraccarico di obiettivi posti in capo alla politica regionale in un contesto di risorse scarse e il logoramento della fiducia nel ruolo dell’intervento pubblico.
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