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Abstracts della rivista

Abstract del numero 298, aprile 2022
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  • Nicola Labanca Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Il gruppo di interventi che questo articolo introduce mira a ricordare, a pochi mesi dalla morte, un grande studioso italiano di respiro europeo. Enzo Collotti (1929-2021) è stato per lunghi decenni una delle figure più importanti della storiografia contemporaneistica italiana. Questo articolo, oltre a ricordare i punti essenziali del suo percorso di vita e di studi, sottolinea l’essere stato Collotti sia formalmente uno dei primi docenti universitari italiani di storia contemporanea, sia il suo esserlo stato sostanzialmente da studioso impegnato, ma in modalità che in niente perdevano per questo in rigore filologico e metodologico. Gli articoli si occupano degli anni trascorsi da Collotti presso l’Istituto Giangiacomo Feltrinelli, 1959-1963 (David Bidussa), della sua dimensione di grande storico del Novecento europeo (Mariuccia Salvati), della difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra e dell’essere stato il più grande storico germanista dell’Italia della seconda metà del Ventesimo secolo (Brunello Mantelli), del suo impegno per il processo della Risiera di San Sabba (Tullia Catalan), del suo percorso di ricerca sulle persecuzioni antiebraiche e sulla Shoah in Italia e in Europa (Valeria Galimi), sulla sua apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici in quanto docente universitario (Silvia Salvatici), e su una importante e trentennale attività svolta con gli insegnanti delle scuole superiori di Firenze (Gaspare Polizzi).
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia


  • David Bidussa Enzo Collotti e l’Istituto Giangiacomo Feltrinelli (1959-1963) pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Enzo Collotti tra 1959 e 1963 contribuisce a dare un profilo culturale alla sezione "Germania" della Biblioteca dell’Istituto (poi Fondazione) Feltrinelli. Da quel lavoro di organizzazione delle fonti si profilano alcuni dei temi che costituiscono il corpo essenziale dei suoi interessi di ricerca e di produzione storiografica.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Enzo Collotti e l’Istituto Giangiacomo Feltrinelli (1959-1963)


  • Mariuccia Salvati Un grande storico del Novecento europeo pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: L’articolo rilegge il volume di Enzo Collotti (Impegno civile e passione critica, a cura di Mariuccia Salvati, Viella, 2010) sottolineando il carattere altamente rappresentativo della biografia intellettuale qui ricostruita - in un dialogo intergenerazionale - per la comprensione del Novecento europeo e delle sue grandi fratture.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Un grande storico del Novecento europeo


  • Brunello Mantelli Sulla difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra. Enzo Collotti, la Germania, l’Europa pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Enzo Collotti è stato il maggiore storico germanista italiano del Secondo dopoguerra; alla Germania come oggetto di studio egli giunse però non tramite un percorso accademico, ma attraverso la sintesi delle esperienze concretamente vissute da adolescente, tra il 1940 e il 1945, in una città cardine e crocevia come Trieste e dell’interesse verso le componenti della sinistra socialista non riconducibili alle ortodossie comunista e socialdemocratica, tra cui spicca l’austromarxismo. Comprendere la contraddizione tra la presenza nell’area germanofona di una sfera culturale di altissimo livello e il drammatico manifestarsi tra il 1933 e il 1945 della forma più radicale e distruttiva di fascismo divenne di conseguenza uno dei suoi principali obiettivi, a cui dedicò decenni di fattiva ricerca.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Sulla difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra. Enzo Collotti, la Germania, l’Europa


  • Tullia Catalan Enzo Collotti e il processo della Risiera di San Sabba: la storia come impegno civile pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Negli anni Settanta Enzo Collotti si spese come storico, collaborando con la magistratura, affinché fosse avviata l’istruttoria per il processo della Risiera di S. Sabba di Trieste. Successivamente, egli intervenne in più sedi per esprimere la delusione provata dagli storici per la sentenza del 1976. Collotti infatti definì il processo come "dimezzato", in quanto a suo avviso la magistratura locale non aveva voluto fare un processo politico, e quindi affrontare le responsabilità del fascismo e del collaborazionismo per i fatti del 1943-1945.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Enzo Collotti e il processo della Risiera di San Sabba: la storia come impegno civile


  • Valeria Galimi Persecuzioni antiebraiche e Shoah in Italia e in Europa: il percorso di ricerca di Enzo Collotti pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: L’articolo ricostruisce il percorso di ricerca di Enzo Collotti sulle persecuzioni contro gli ebrei in Europa e il suo ruolo nel rinnovamento degli studi sul tema in Italia a partire dal Cinquantesimo anniversario delle leggi razziali del 1938. Si tratta di un interesse che ha accompagnato lo studioso sin dall’inizio delle sue attività, nelle quali ha coniugato ricerca e attività di traduzione e di discussione della storiografia internazionale, nonché di formazione per gli insegnanti.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Persecuzioni antiebraiche e Shoah in Italia e in Europa: il percorso di ricerca di Enzo Collotti


  • Silvia Salvatici L’apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici del docente universitario pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: A partire dal primo corso universitario tenuto all’Università di Firenze nel 1987, dedicato alla Repubblica di Weimar, l’intervento riflette sulla capacità di Enzo Collotti di introdurre gli studenti alla conoscenza del dibattito storiografico internazionale e di avvicinarli ai nuovi percorsi di indagine, anche i più lontani dai suoi immediati interessi di ricerca. In particolare, vengono presi in esame gli interventi di Collotti relativi alla storiografia su Weimar e l’introduzione della storia delle donne tra i temi del lavoro seminariale svolto all’interno del corso.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – L’apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici del docente universitario


  • Gaspare Polizzi Il seminario di Enzo Collotti con gli insegnanti: una comunità di lettura pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: L’articolo descrive la vicenda quasi trentennale di un seminario sulla storiografia del Novecento che ha unito Enzo Collotti a un gruppo di insegnanti, producendo una comunità di appassionati discepoli, rivolta all’impegno comune di educare le giovani generazioni alla cultura storica e alla cittadinanza democratica.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Il seminario di Enzo Collotti con gli insegnanti: una comunità di lettura


  • Marco Rovinello La pluralità di un modello. L’ufficiale italiano fra codici, regolamenti e immagine pubblica (1859-1914) pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Il contributo analizza e confronta i principali testi deputati a delineare il recte vivere e il set di valori dell’ufficiale italiano d’età liberale: da un lato, i codici penali del 1859 e del 1869; dall’altro i regolamenti di disciplina del 1859, del 1872 e del 1907. Parallelamente, il saggio esamina sia il dibattito interno al mondo militare sulla figura e sulla mission dell’ufficiale, sia l’immagine delle spalline che la retorica filomilitare popolarizz. fra Unità e Grande guerra. Anche alla luce di quanto sappiamo sull’articolazione interna dell’ufficialità, l’ipotesi è che una lettura comparata di codici e regolamenti faccia emergere non solo l’evoluzione che l’idea di ufficiale conobbe nelle varie versioni di ognuno di questi decaloghi, ma anche quelle convergenze e divergenze che rendevano il profilo della spallina italiana tratteggiato dal legislatore meno stabile e coerente di quanto creduto sinora, per alcuni versi peculiare rispetto a quello dei colleghi di altri eserciti e anche per questo variamente interpretato da quanti ne discutevano o ne divulgavano il ritratto ideale.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – La pluralità di un modello. L’ufficiale italiano fra codici, regolamenti e immagine pubblica (1859-1914)


  • Simeone Del Prete Il Comitato di Solidarietà Democratica tra difesa processuale e recupero politico nel processo alla Resistenza. Il caso giudiziario dell’eccidio di Oderzo pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Il saggio intende proporre una riflessione sul rapporto tra il Pci e gli ex-partigiani processati tra anni Quaranta e Cinquanta per il coinvolgimento in azioni connesse alla lotta di liberazione o in episodi di violenza postbellica. Più nello specifico, l’articolo suggerisce nuove ipotesi interpretative sull’assistenza giudiziaria ed extragiudiziaria garantita dal Pci a questi ultimi nel periodo del centrismo degasperiano. Attraverso un percorso di indagine condotto sui documenti del Comitato di Solidarietà Democratica, l’organizzazione politico-giuridica fondata su impulso del Fronte popolare allo scopo di garantire assistenza ai militanti inquisiti, l’autore riflette sulla natura delle pratiche adottate per il contrasto al "processo alla Resistenza" e sulle questioni politiche che il fenomeno ingener. in seno al partito e all’opposizione socialcomunista. La riflessione, incentrata sulla dimensione nazionale della congiuntura, si avvale del caso di studio del processo celebrato tra il 1950 e il 1957 contro i responsabili dell’"eccidio di Oderzo", l’esecuzione sommaria, avvenuta tra l’aprile e il maggio 1945, di oltre un centinaio di presunti appartenenti alle forze armate della Repubblica sociale italiana.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Il Comitato di Solidarietà Democratica tra difesa processuale e recupero politico nel processo alla Resistenza. Il caso giudiziario dell’eccidio di Oderzo


  • Fabio Verardo Giustizie della Liberazione. Riflessioni sulle forme giudiziarie attuate nell’Italia settentrionale nella fase insurrezionale pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Il saggio analizza le pratiche della giustizia insurrezionale componendo un quadro delle specificità punitive e giudiziarie per interpretarle come teatro pedagogico, strumento per arginare violenze e sovversioni, valvola di sfogo e catarsi per combattenti, cittadini e comunità. Partendo da una riflessione sui giudizi sommari, le violenze e le forme arbitrarie di giustizia che caratterizzarono la fase insurrezionale e post-insurrezionale, propone un focus sugli attori che - pur con diversi limiti - ebbero una veste formale o organizzata e si riferirono, almeno sul piano ideale, alle forme e ai metodi del tribunale e del processo. Sono prese in esame le forme giudiziarie istituite nell’Italia settentrionale e amministrate dai Comitati di liberazione nazionale (Cln) e dalle formazioni partigiane nel periodo compreso tra l’insurrezione e l’istituzione delle Corti d’assise straordinarie (Cas) per studiare, accanto ai ruoli e all’azione dei protagonisti, quali idee e pratiche transitarono attraverso i processi nella prospettiva più ampia della "resa dei conti con il fascismo" e della ricostruzione della legalità. In quelle settimane tribunali partigiani, tribunali del popolo, tribunali di fabbrica, comitati di epurazione e altri organismi più effimeri furono creati per giudicare delatori, esponenti dei reparti nazi-fascisti e quanti si compromisero con il regime e con i tedeschi nel biennio 1943- 1945. Fu un fenomeno complesso e sfaccettato poiché vennero costituiti in molteplici forme e agirono con logiche e riferimenti normativi e procedurali non sempre coerenti rispetto alle disposizioni del Clnai e del Governo del sud. Inoltre, furono legati a un contesto politico-sociale incandescente, esacerbato dalle violenze del conflitto e fortemente caratterizzato sul piano locale da tensioni e spinte contrapposte.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Giustizie della Liberazione. Riflessioni sulle forme giudiziarie attuate nell’Italia settentrionale nella fase insurrezionale


  • Mirco Dondi L’emittenza privata tra cambiamento sociale e assenza normativa (1976-1984) pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Il saggio analizza la fase nascente delle televisioni private in Italia e l’autonoma evoluzione del sistema televisivo fino al consolidamento dei tre network nazionali Canale 5, Italia 1, Rete 4. I protagonisti di questa fase sono le piccole televisioni private, i grandi editori e i partiti. Le prime stazioni televisive sono spesso destinate a una breve vita, ma rappresentano un interessante fenomeno di costume che apre la strada ai grandi investitori. Sin dall’inizio degli anni Settanta i principali gruppi editoriali Rizzoli, Rusconi, Mondadori ai quali si aggiunge poi Silvio Berlusconi, entrano nell’emittenza televisiva con l’obiettivo di creare emittenti nazionali, un percorso che si compie attraverso strette relazioni con i partiti politici, soprattutto con la Democrazia cristiana e il Partito socialista. In una fase di piena trasformazione, l’assenza di una disciplina normativa, legata a un calcolo politico dei partiti, gioca a favore degli investitori più forti. La trasformazione dell’etere si accompagna a un processo di mutazione antropologica del pubblico, al quale concorre l’influsso della pubblicità. I mutati gusti del pubblico costituiranno un freno alla sistemazione del settore televisivo.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – L’emittenza privata tra cambiamento sociale e assenza normativa (1976-1984)


  • Giandomenico Piluso Una scelta per l’Europa, una scelta per lo sviluppo? La Banca d’Italia, il Piano Pandolfi e lo Sme (1977-1979) pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Tra il 1977 e il 1979, la creazione del Sistema monetario europeo (Sme) introdusse, per l’Italia, un elemento che sarebbe divenuto centrale nella strategia di aggiustamento agli shock macroeconomici degli anni Settanta, il “vincolo esterno”, uno strumento politico di matrice tecnocratica cui si affidava il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della competitività dell’economia del paese. Le riforme dell’ambizioso programma concepito da un economista della Banca d’Italia, Tommaso Padoa-Schioppa, nell’estate del 1978 per consentire all’economia italiana di recuperare competitività, noto come “Piano Pandolfi”, delinearono i tratti essenziali dell’ingresso della lira nello Sme esattamente quale “vincolo esterno”, sulla scorta di indicazioni del direttore generale della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, nonostante le obiezioni di merito manifestate dal governatore Paolo Baffi. In quei frangenti la Banca d’Italia assunse consapevolmente quel ruolo di supplenza che ne avrebbe caratterizzato l’azione nel decennio seguente, motivando e orientando le scelte politiche del paese a favore di una sempre più stringente integrazione economica e monetaria dell’Europa, in quella direzione che si sarebbe infine precisata con il Trattato di Maastricht. Il vincolo esterno delineato da Padoa-Schioppa con il Piano Pandolfi, coerentemente con l’impianto dello Sme, si spostava ai vincoli di cambio connessi alla finanza pubblica e ai fenomeni di fiscal dominance che ancora caratterizzavano la politica monetaria in Italia, si trasformava cioè in un vincolo di politica fiscale che il cosiddetto divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro del luglio 1981 avrebbe formalmente riconosciuto. Il classico vincolo esterno di conti e cambi con l’estero sarebbe rimasto verso il resto del mondo come tale, ossia di natura economica e non “giuridica”, per usare la categoria impiegata da Guido Carli nei primi anni Novanta.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Una scelta per l’Europa, una scelta per lo sviluppo? La Banca d’Italia, il Piano Pandolfi e lo Sme (1977-1979)


  • Matteo Di Figlia Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: La storia degli ebrei nell’Italia contemporanea è stata molto discussa dalla recente storiografia. In questa nota si prendono in esame quattro libri pubblicati tra il 2018 e il 2020 che affrontano il tema da prospettive differenti come il ruolo politico degli ebrei nell’Italia liberale e negli anni della grande guerra, la storia delle persecuzioni in età fascista, il problematico avvento della Repubblica, la raffigurazione degli ebrei e di Israele nelle sinistre italiane e la più generale percezione di Israele nel mondo politico e culturale italiano.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti



  • Simone Malavolti Leggi memoriali, conflitti nazionali e progetti didattici. L’esperienza degli istituti storici toscani della Resistenza pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: L’autore propone un’attenta analisi di alcuni progetti didattici degli Istituti Storici della Resistenza nati in seguito all’istituzione del Giorno del ricordo (legge n. 92/2004). A partire da una critica generale sul ruolo delle leggi memoriali, e quindi della centralità della memoria rispetto alla narrazione storica, l’autore illustra nello specifico due progetti didattici dedicati alle questioni del confine orientale italiano, realizzati negli ultimi anni in Toscana. Cerca quindi di sottolineare l’impostazione transculturale, di lungo periodo e la centralità della narrazione storica dei progetti come modalità di superamento e contrasto alle sempre più invadenti strumentalizzazioni politiche del passato (uso pubblico della storia).
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Leggi memoriali, conflitti nazionali e progetti didattici. L’esperienza degli istituti storici toscani della Resistenza


  • Natka Badurina L’uso politico del folclore nella memoria dell’esodo istriano pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: La lunga durata degli studi sul folclore istriano ha contribuito alla formazione dell’idea di una regione particolarmente ricca di tradizioni popolari. Nel presente lavoro si esamina il ruolo che queste tradizioni e gli studi a esse legati hanno avuto nella memoria italiana degli eventi traumatici che ebbero luogo in Istria durante e immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale (le foibe e l’esodo istriano). Studi sulla memoria hanno dimostrato una notevole continuità fra l’interpretazione degli eventi istriani nella propaganda fascista (con il suo antislavismo), e la nazionalizzazione e l’olocaustizzazione della loro memoria avvenuta in ambito italiano dopo il 1989. Il presente lavoro intende avvalorare questa tesi di continuità, soffermandosi sul ruolo che in quella propaganda, come nelle interpretazioni odierne, giocano gli elementi del folclore.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – L’uso politico del folclore nella memoria dell’esodo istriano


  • Roberta Altin Museografie e memorie dei campi profughi istriani pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: A partire da un’analisi comparativa di alcune pratiche museografiche riguardanti l’esodo istriano del secondo dopoguerra, l’articolo analizza il processo di heritage e di costruzione identitaria degli esuli istriani. Dalla rifunzionalizzazione degli ex campi profughi in area transfrontaliera si può osservare un esempio di museografia spontanea centrata sul trauma dell’abbandono dell’Istria e della comunità perduta, che congela l’identità dei profughi come vittime al momento dell’esodo. Un altro esempio di heritage contempla stanze della memoria con foto e biografie plurime non conformi a un’unica narrazione, parallelamente al riutilizzo dell’ex campo profughi per nuove forme di ospitalità; in questo modo l’esperienza degli ex rifugiati viene ricollocata nel fluire della storia, alimentando identità relazionali non contrastive, che stemperano il conflitto dicotomico con l’alterità di confine.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Museografie e memorie dei campi profughi istriani


  • Borut Klabjan "Eja eja baccalà!" D’Annunzio, violenza politica e culture della memoria a Trieste e nell’Alto Adriatico pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Il presente lavoro analizza le trasformazioni del paesaggio monumentale lungo l’odierno confine italo-sloveno e nell’Alto Adriatico in generale. Prendendo come caso studio il collocamento della statua di Gabriele D’Annunzio a Trieste nell’estate del 2019, fa vedere l’impatto delle pratiche commemorative legate alla sua erezione e ne indaga le implicazioni politiche. Avvalendosi di materiale documentario inedito e proveniente da diversi archivi, il saggio coniuga la funzione di D’Annunzio e della sua esperienza fiumana con la violenza politica postbellica, studiandone le ripercussioni sulle successive politiche della memoria in ambito confinario. Si dimostra così che i due aspetti sono intrinsecamente collegati e che la memorializzazione di D’Annunzio fa parte di un più ampio mosaico di iniziative volte a produrre un paesaggio di confine adatto a sostenere una narrazione storica selettiva.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – "Eja eja baccalà!" D’Annunzio, violenza politica e culture della memoria a Trieste e nell’Alto Adriatico


  • Marta Verginella Specchi di confine. Contributo alla discussione sulle pratiche della memoria di confine nell’area nord-adriatica pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Per capire meglio l’essenza delle pratiche di memoria lungo il confine italo sloveno e l’uso pubblico della storia dell’area alto adriatica nell’ultimo ventennio bisogna analizzare la cultura storica e in particolare il pensiero storiografico. In un territorio multietnico far combaciare i limiti della nazione con i confini statali è diventato l’obiettivo principale di una parte preponderante della storiografia sin dagli ultimi decenni dell’Ottocento e anche nel corso del Novecento. I pochi tentativi storiografici di adottare una prospettiva comparativa e transnazionale sono rimasti marginali rispetto al bisogno di etnicizzare la storia del confine e produrre l’omologazione nazionale di un’area multinazionale. Come ha messo bene in luce lo storico tedesco Rolf Wörsdörfer, l’elaborazione storiografica del conflitto tra italiani e slavi (sloveni e croati) è a sua volta una parte significativa del conflitto di nazionalità che si ripercuote anche sulle pratiche museali e le scelte didattiche.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Specchi di confine. Contributo alla discussione sulle pratiche della memoria di confine nell’area nord-adriatica


  • Marco Fincardi Uno stimolo al confronto tra memorie e ricerche storiche sui disastri di un secolo pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Gli studi degli effetti sui civili della seconda guerra mondiale in Campania, allargati poi ai traumi della società italiana ed europea in quel frangente, ha portato la storica Gabriella Gribaudi a mettere criticamente a confronto i percorsi delle memorie istituzionali e di quelle private di comunità che abbiano subito eventi devastanti. Queste ultime si vengono spesso a configurare come vere e proprie contro-memorie polemiche. Nel volume del 2020 La memoria, i traumi, la storia, l’autrice estende oltre i contesti bellici, fino a terremoti o alluvioni, le prospettive di confronto tra le memorie pubbliche e le recriminazioni di quelle private, guardando ogni tipologia di catastrofe causata dall’imprevidenza delle società umane. Un problema storiografico di stringente attualità diviene quello di vagliare le soggettività in trasformazione dei portatori di testimonianze sui traumi collettivi, a cui i media dedicano un’attenzione ipertrofica.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Uno stimolo al confronto tra memorie e ricerche storiche sui disastri di un secolo


  • Andreas Guidi Storia italiana, storia mediterranea: nuove prospettive su un passato imperiale e coloniale pubblicato sul numero 298 di Italia contemporanea, aprile 2022 Abstract: Negli ultimi anni, il legame fra Italia e Mediterraneo ha attirato una maggiore attenzione da parte della storiografia. Questo legame viene ormai studiato tenendo conto del dibattito su nuove categorie spaziali fra le scale nazionale, regionale, e globale con un interesse crescente per la categoria di impero. Il presente saggio discute lo stato attuale della ricerca e possibili orizzonti. Uno sguardo d’insieme su quattro monografie in lingua inglese permette di considerare il Mediterraneo come spazio adatto a ripensare la storia italiana mettendo l’accento sul suo carattere imperiale, compresa la decolonizzazione e i suoi echi fino a oggi. A partire da questi spunti, il saggio propone un dialogo con altre aree geo-storiche del bacino, la ricerca su fonti in varie lingue, e una maggiore attenzione per le realtà locali nel periodo precedente alla dominazione italiana.
    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni – Storia italiana, storia mediterranea: nuove prospettive su un passato imperiale e coloniale


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